ADAGIO

Fonte Vetriana, 21 giugno 2021

Se c’è una cosa che ho imparato vivendo a Fonte Vetriana è che non si è mai soli, che quando ti mancano le uova spesso arriva qualcuno che bussa e te le porta; che quando il pane avanza ci sarà sempre qualcuno a cui darlo: per fare il pangrattato, la ribollita o perché no per le galline. Che rifaranno le uova.

Ho imparato che non è una logica dello scambio ma la dimensione del dono, e che quando la frittata è donata diventa più buona. Che se noi ci fidiamo anche i nostri figli impareranno la fiducia. Negli altri, nell’Altro.

In una comunità nulla va o andrebbe sprecato, nemmeno - anzi men che meno - il tempo delle relazioni, il tempo dei volti, del volto che abita le cose e della terra che abitiamo.

Ci vuole tempo per imparare ad andare piano. Per imparare a dire casa, fiore, io, tu.
Per imparare che andare a “governare” gli animali significa prendersene cura. Ogni giorno, ogni mattina ed ogni sera.
La fretta non si accorge di un fiore che è nato e prima non c’era, di un sorriso che sboccia su un viso, della luce che ogni giorno entra dalla finestra e non è mai la stessa.
Con lo sguardo e il passo dei miei figli, fare il giro del borgo è come fare il giro del mondo.

Ci vuole tempo per concedere alle cose il tempo per accadere, al seme di nascere, al silenzio di parlare, al cuore di vedere. A noi di vivere, semplicemente.
Forse ci è voluto anche questo lungo inverno in cui dovevamo stare fermi come alberi per radicarci davvero in questa vita, per riuscire a spogliarci di tutte le foglie e di tutto ciò che credevamo indispensabile e invece non lo era, per gioire del poco che siamo e sentire che non ci manca niente, nel nulla. Per sentire che siamo vivi, qui e ora, che il bene non è mai distante, e che in fondo se siamo qui è solo per amore.

Noi siamo ancora principianti dell’orto come della vita autentica ma di sicuro se siamo qui è per coltivare un Sogno.
Così, come contadini abbiamo raccolto le fotografie di quest’ultimo anno, stagione dopo stagione, cercando di scegliere quelle più buone e ora vorremmo offrirvele nel cesto di questo libro per condividere la sovrabbondanza di gioia e gratitudine per la vita che ci commuove.

Carlotta

"[...] Adagio è il controcanto, il ritmo del cuore per tempi veloci, la chiave, forse, per sentire vivo tutto ciò che si dona a noi, esposto al rischio incalcolabile di sfuggire alla nostra meraviglia." Francesca Simeoni

“Forse noi siamo qui per dire: casa
ponte, fontana, porta, brocca, albero da frutti, finestra,
al più: colonna, torre."
(R.M.Rilke)

“Si tratta, voi mi capite, di ritornare a incantarsi per l'oltre, per il volto che abita le cose e le fa dono. Ma l'incantamento, voi me lo insegnate, viene da un indugio, da una capacità di sostare. Indugiare alla soglia delle cose. La fretta è nemica, radicalmente nemica, dell'incantamento. La fretta che ci consuma è parente stretta della voracità. La fretta ci fa predatori. L'incantamento ha bisogno di sosta, di tempo, del tempo della contemplazione, ha bisogno, perdonate la parola, di lentezza.”
(Angelo Casati)

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